Expo2015 – Il diritto a dire No (senza essere considerati eversivi, anarchici, rivoluzionari).
Expo Milano 2015 sta per aprire i battenti, tra mille scandali, polemiche, ritardi e difficoltà. Sarà la vetrina italiana nel mondo per i prossimi 6 mesi, ma davvero è stato fatto il meglio per rappresentare l’Eccellenza Italiana nell’alimentazione? E quello slogan “Nutrire il Pianeta” è davvero consono a questa manifestazione?
Come sempre, ci sono i grandi sostenitori ed i grandi contestatori, come sempre, perché in Italia le cose o sono bianche o nere, o sei dentro o sei eversivo, non sembra esserci via di mezzo.
Anche io all’inizio ho visto con entusiasmo questa grande occasione per rilanciare il vero motore Italia, cioè l’agricoltura, quella di un certo tipo, che è, in un periodo di crisi profonda, l’unico settore in attivo per produzione e per occupazione e questo, bisogna dire, nonostante tutto. Ma, mio malgrado, approfondendo gli argomenti e dopo varie notizie emerse sull’Expo, ho visto il mio entusiasmo calare via via, fino a divenire profonda delusione, per un’occasione unica, secondo me, sprecata in malo modo.
Parliamo di fatti: mettendo da parte tutti gli scandali (i soliti purtroppo) su mazzette, tangenti, infiltrazioni mafiose, ritardi cronici sui lavori (ancora) in corso, parliamo di ciò che questo evento voleva e doveva rappresentare. Voleva e doveva al passato perché nei fatti non rappresenterà niente di tutto ciò.
– Rilancio di un economia (quella italiana) fortemente basata sul settore agro-alimentare di “eccellenza”: quale occasione migliore per rafforzare e sottolineare il già noto prestigio della nostra produzione agro-alimentare, tra migliaia di prodotti DOC, Docg, Igp, Presidi Slow Food, e chi più ne ha più ne metta, quale occasione migliore per aiutare i veri trascinatori di questo settore, i piccoli Imprenditori Agricoli, portatori sani di prodotti di qualità, rispettosi della nuova scommessa sull’ecosostenibilità, quale occasione migliore per dare spazio e opportunità ai tanti giovani che si stanno riavvicinando al settore agricolo? Quale appunto? Non mi risulta che questa sia l’occasione. Infatti, approdando all’Expo, i visitatori si troveranno come aziende sponsor Nestlè, Coca-Cola, Mc Donald’s (?!) etc.etc…e, questo l’ho scoperto solo oggi, Selex (si occuperà di sicurezza), che investe in tecnologie militari…! Non sapevano, forse, come riempire gli stand? Non ci sono abbastanza aziende agricole che producono qualità ed eccellenze? Forse…
– Farsi portavoce della criticità attuale sull’ Ecosostenibilità di un’economia alimentare: tema fondamentale di una nuova visione del rapporto produzione/consumo/distribuzione dei prodotti alimentari nel Mondo, necessaria per fermare quel processo di impoverimento della “risorsa Terra”, che sembra ormai prossimo all’irreversibilità e per una più equa redistribuzione del cibo in tutto il Pianeta. Non è certo dando spazio e visibilità alle grandi multinazionali (prime incriminate dell’impoverimento delle risorse del pianeta, sfruttate in maniera incontrollata in nome del dio denaro) che si porta avanti il discorso sull’eco-sostenibilità e sull’etica delle produzioni. Multinazionali che sfruttano e impoveriscono sempre più quei Paesi, definiti Terzo Mondo, Paesi che, invece, avrebbero dovuto aver voce e attenzione in una manifestazione che promuove il concetto “Nutrire il Pianeta”.
Due temi fondamentali a cui Expo avrebbe dovuto molto di più.
Il primo profondamente sentito in Italia, paese votato da sempre all’Agricoltura, settore,come detto, trainante in periodo di recessione, ma che certo non gode di favori e attenzioni da parte dello Stato, un settore che, nonostante difficoltà e mancanza di investimenti a livello tecnologico, mancanza di aiuti concreti, se non quei famosi incentivi tanto sponsorizzati, ma che vanno a chi ha già, nonostante questo, cerca di portare avanti discorsi di tecnologie alternative, ricerca di produzioni eco-sostenibili, ricerca di qualità della produzione, attenzione alla bio-diversità, tutti argomenti fondamentali per un discorso più ampio e mondiale di come “nutrire il Pianeta”.
Il secondo tema, appunto, internazionale, la priorità di una inversione di marcia nell’economia del consumismo, la necessità e l’importanza di formare una nuova cultura/coscienza etica nelle nuove generazioni, la conoscenza per la consapevolezza di essere, ognuno di noi, causa del male e, quindi, al tempo stesso cura, di un sistema alimentare mondiale avariato, manomesso dagli interessi di pochi, a danno di una grande parte della popolazione mondiale.
La risposta a questi argomenti, tanto sponsorizzati da Expo2015, è stata in quelle scelte, affiancare Slow Food a Mc Donald’s,fast food per eccellenza, e ditemi voi se questo non è un controsenso, dare spazio a grandi multinazionali a scapito di chi lavora con coscienza e, a volte, purtroppo, spesso non ce la fa ed è costretto a mollare, insomma, dare visibilità ai soliti noti, alla potenza del denaro e del consumismo e, lasciare nell’ombra e nella povertà quel Pianeta che Expo2015 vorrebbe nutrire.
Questi sono i fatti, innegabili, scelte di fronte agli occhi di tutti, dove, inevitabilmente, vanno a scontrarsi tutti gli slogan e le chiacchiere di propaganda che si stanno facendo in questi giorni. Perché, si sa, parlare è facile, ma poi chi ci mette il sudore della propria fronte e, spesso, anche la propria vita sono sempre gli stessi, quegli stessi che hanno tutto il diritto di dire “No all’Expo2015”, un no di contenuti e non di propaganda, un no sofferto perché pieno di delusione per l’ennesima beffa del Mondo civile contro quello che chiamiamo Terzo Mondo, e di cui io mi sento, profondamente, parte integrante!
Ci sarà chi penserà al “No” come strumentalizzazione, chi lo strumentalizzerà veramente, chi andrà comunque ad un evento importante e chi, invece, riflettendo, probabilmente, sceglierà di non andare all’Expo2015, per coscienza, per solidarietà.
Il rispetto delle idee di ognuno di noi è fondamentale, fa parte di quell’etica che si propone di rispettare il Pianeta, l’importante è essere consapevoli di ciò che facciamo. Più ci informiamo più avremo coscienza delle nostre scelte.